Come affrontare la prova costume mangiando cubetti di ghiaccio

Leggende metropolitane & co per aspiranti modelle da spiaggia

Ve lo ricordate alle elementari quando la maestra vi spiegava la Preistoria? Gli uomini di Neanderthal, i dinosauri e le donne, le veneri della fertilità: femmine ciccione, pelose, con il bacino largo che promette eredi e una dieta fatta solo di carne di Mammuth.

Passano gli anni e oggi ci ritroviamo a leggere le dichiarazioni di un famoso chirurgo di Beverly Hills che afferma che alcuni dei suoi pazienti sono disposti a pagare 2mila dollari per farsi cucire un cerotto delle dimensioni di un francobollo sopra la lingua che li costringa ad una dieta di soli liquidi.

A parte l’inquietante similitudine con la trama di Saw l’Enigmista, la gente sta completamente impazzendo.
E se dovessimo scegliere un periodo dell’anno dove, statisticamente, la donna media ha più probabilità di perdere il senno è esattamente questo: quel meraviglioso intervallo di tempo che va da Aprile a Giugno quando, come un meteorite piombato dal cielo, arriva Lei, la Signora di tutte le Ansie, la Prova Costume.

La Prova Costume è come un esame: un insidioso test più difficile di quello di trigonometria applicata e di ingegneria aerospaziale messi assieme, più pauroso di quello del sangue o di una colonscopia. E alla prova costume non ci scampi, a meno che tu non sia una di quelle strane persone che si rifugiano tra i boschi ad Agosto per ritrovare il proprio io interiore.
Lo specchio diventa quello deformante di Gardaland e non importa se sei Kate Moss o Platinette, i fianchi te li vedrai sempre larghi e i buchi della cellulite sembreranno più profondi di quelli dell’Emmenthal.

Girovagando per il web sono arrivata ad una grande conclusione che voglio condividere con voi: c’è una categoria di persone più pazze e squilibrate delle donne pre-prova costume…i giornalisti pre-prova costume! Quintali di informazioni tra l’inutile, l’assurdo e l’utopico che hanno come obiettivo quello di buttare benzina sul fuoco e di prometterti risultati alla Wanna Marchi.

C’è il giornalista che racconta la dieta delle star: Jennifer Aniston mangia cinque manciate di cibo al giorno come le galline, Renee Zellweger si nutre cubetti di ghiaccio per sentirsi sazia, Nicole Kidman durante “Ritorno a Cold Mountain” aveva una dieta di sole uova sode (che già di per sè il film è tristarello…se poi mangi solo uova), Jennifer Lopez sniffa olio di pompelmo per farsi passare la fame e Reese Witherspoon mangia solo omogenizzati. Un gruppo di luminari, insomma.
Poi arriva il giornalista più sociologo, quello che forse qualche libro di alimentazione l’ha letto, che parte con l’introduzione giusta, che le calorie non sono importanti e ti consiglia di andare a correre…e poi, tutto d’un tratto, ti dice che per dimagrire devi mangiare in piatti di colore rosso.

Va bene, la cromoterapia ha risultati dimostrabili, ma se hai voglia di una carbonara e in casa hai solo il caro piatto porpora lo riempirai così tanto che il rosso verrà coperto da tutti quegli spaghetti e buon appetito.

Un’altro suggerimento: leggenda narra che se al supermercato decidi di in contanti il tuo cervello ti suggerisce di scegliere cibi più sani, teoria un po’ strana che vede il bancomat come portatore sano di grassi e lipidi. Poi c’è il cioccolato, che dev’essere fondente esattamente al 98,45% e coltivato sulle Ande solo da contadini mancini e dalle scarpe blu per farti dimagrire.

Ultima, ma non meno importante: la teoria del cubetto di ghiaccio. Basta inserire un cubetto di ghiaccio in una zuppa o in una minestra per far sì che tutti i grassi si concentrino attorno ad esso così da raccoglierli con un cucchiaio ed eliminarli. Non è cosa da tutti, devi essere svelto e preciso, altrimenti rischi che il ghiaccio si sciolga. Io mi domando, già una dieta fatta di zuppe e minestre non è sinonimo di gioia, se poi ci metti l’ansia del dover pescare il cubetto unto di grasso e scivoloso… consiglierei questa tecnica solo a Renee Zellweger che a quanto pare di cubetti di ghiaccio ne è ghiotta, e mi raccomando: come dessert cioccolato fondente su piatto rosso…ed è subito Victoria’s secret!

Le Parigine non mangiano croissant Intervista semiseria e #Gourmode per aspiranti francesine

Intervista semiseria e #Gourmode per aspiranti francesine

Dopo il successo di #petaloso coinare parole è diventato una moda. Ma Clara Nanut, studentessa e blogger, ha inventato un aggettivo che calzerebbe a pennello a molte di noi: “Gourmode” (Gourmand à la mode ndr). Cosa significa? Gourmode è uno stile di vita, non è solamente sentirsi una buongustaia chic, è molto di più racconta Clara, che già da piccola creava vestiti mignonne con i foulard della mamma vantandosi all’asilo di aver assaggiato les escargots.

Clara è una di quelle persone che sono nate nel posto sbagliato. E quando senti di appartenere ad un altro luogo ne ascolti il richiamo, da lontano, e sei pronto a partire, valigia alla mano, per ritrovare quel profumo di casa. Per Clara, Parigi rappresenta l’intimità di un salotto, il posto di appartenenza dove tirare un sospiro di sollievo.

L’abbiamo intervistata per scoprire insieme a lei i segreti della città più romantica del mondo ma soprattutto di chi ne vive il day by day: le parigine. Avete presente, no? Taglia 38, chignon spettinato a doc, rossetto rosso, quel je ne sais quoi…

Cosa ami di più di Parigi? Il profumo di burro di fronte alle boulangeries, i tetti spioventi, le strade strette, il Marais, il groviglio di ponti tra l’Île de la Cité e l’ Île Saint Louis con il vento fresco in volto alle sette del mattino, la magica sensazione di vivere una favola che sa di pain au chocolat, i portoni azzurri.

Descrivi una parigina in 3 parole. Sicura di se e sofisticata, ma décontracté.

Cosa mangia una parigina? Non di certo croissants e foie gras tutti i giorni. “Alexiane, hai visto le gambe di Eugénie?” Oui, le abbiamo viste bene: Cojean, Jour e i mercati della frutta e verdura.

Qual è la beauty routine di una parigina? Lavarsi i denti il più possibile, struccarsi sempre, usare prodotti di qualità, meglio made in France (Clinique, La Roche Posay, Nuxe etc). Per la parigina è cool curarsi il giusto per avere sempre una pelle fresca e pulita, un look naturale ma sempre un po’ rock.

Quali sono le icone di riferimento di una parigina? Se stessa. La parigina non ha icone, osserva per le strade e nei cafes. Gainsbourg, Birkin, De Maigret, Roitfeld, de la Fressange… voi tenetele a mente, ma non nominatele, è uncool.

Come mai sono invidiate/odiate da tutto il mondo? L’ho già detto décontracté? Per l’eleganza couture ma disinvolta. Per il loro modo inimitabile di bere un calice di vino rosso, fumando una sigaretta, con le gambe incrociate, fuori da quel café in fondo alla via.

Perchè se le parigine si fanno uno chignon appaiono eleganti e se ce lo facciamo noi sembriamo lottatrici di sumo? Lo chignon non va fatto tirato come foste la prima ballerina della Scala pronta per la scena, non va nemmeno usato per celare uno shampoo che s’ha proprio da fare… alla parigina piace molto alto sulla nuca, morbido, scomposto, due ciocche libere sulle orecchie, i capelli ancora molto puliti che vanno un po’ per i fatti loro, questo il segreto.

Le Parigine fanno sport? No, vero? E allora perchè sono sempre magre? Mai preso la Metropolitain a Parigi? Là ci sono più tapis roulant che in palestra e alle parigine bastano e avanzano.

Quali sono i must have nell’armadio di ogni parigina? Un pull oversize di Maje, un paio di stivaletti texani di Isabel Marant, un little black dress di Sandro… collezioni di bijoux new navajo e gioielli della nonna da mixare con garbo.

LIEUX D’AIMER: tips e segreti per vivere Parigi da vera Gourmode

fb: Gourmode

ig: gourmode_com

Prova costume per casalinghe disperate

Ormai è troppo tardi, lo sapete vero? L’estate è alle porte e se c’avete il culone… beh, c’avete il culone. Anche se, si sa, quest’anno il Butt alla Kardashian-Minaj fa tendenza.

Oh my gosh, look at her butt
Look at her butt (look at her butt)
(Nicky Minaj – Anaconda)

Questa è una mini guida, step by step, per buttare giù qualche chiletto comodamente da casa o durante lo studio/lavoro. Non sarete Bar Rafaeli a Ibiza quest’anno ma l’autostima, una risata e qualche manciata di endorfine aiuteranno! Have fun!

Sposta i mobili e fingi con le tue amiche di essere un’esperta di Feng shui.

Pratica l’arte del giardinaggio estremo facendo risorgere il tuo pollice da nero a verde.

 

 Porta fuori il cane o lascia che sia il cane a portar fuori te.

 Nascondi il telecomando e la sveglia. Correrai per posticipare la sveglia ed evitare ancora una volta la pubblicità di Media Shopping.

 Pulisci a fondo la casa: sì, fino agli angoli più nascosti, quelli che si raggiungono solo a suon di squat.

 Cammina durante la pausa pranzo o la pausa studio. Trotterella qua e la mangiando un gambo di sedano mentre ripeti per la quarantesima volta il famoso “capitolo otto” del libro che non capirai mai per l’esame che non passerai mai.

 

Quando torni a casa evita di prendere l’autobus o la metro: gambe in spalla (avrai almeno un nonno che ti ha detto “Alla tua età saltavo i fossi per il lungo” ecco, prendi esempio da lui).

Evita gli ascensori come se avessero la peste, l’alitosi e una gran voglia di cantarti Gigi D’Alessio nelle orecchie.

Gioca coi bambini: nipoti, figli, figli di amici, nipoti di amici, figli di Brangelina… insomma, gioca!

Lavora mentre stai in piedi (dai, questa è esagerata lo sappiamo anche noi ndr)

Lavori a Milano?  Parcheggia a Lodi. Lavori a Roma? Parcheggia a Trapani. Insomma, spreca meno benzina, salva l’ambiente, salva il mondo e fai sparire la cellulite.

10 buoni motivi per amare Nima Benati

“Penso di essermi innamorata della fotografia durante la gita della 4^ elementare. Non ricordo dove fossi, ma c’era il mare. Scattai una foto che allora chiamavo ‘da cartolina’ e quando mio padre la sviluppò mi promise che un giorno avrei avuto una macchina tutta mia, se avessi continuato ad essere così brava. Alla fine quel giorno è arrivato, e voglio meritarmela la mia Nikon.”
(Nima Benati)

 Articolo per Sparkle Magazine

1) E’ classe 1992 e mentre voi siete qui a rosicare lei ha già scattato per Vogue e fotografato Gigi Hadid quindi shhhh.

2) E’ magra con le tette: un binomio quasi inesistente in natura, una specie di Kardashian emiliana con più eleganza, più tortellini e meno trash.


(ed è anche #gayfriendly)

3) Ha un fidanzato modello che sembra essere appena atterrato da Giove dal nome impronunciabile che ricorda un formaggio.

Brieuc Breitenstein

4) Lei lo ama alla follia ma non riesce a pronunciare correttamente il nome del suo fidanzato e lo chiama, appunto, come il formaggio.


Nima guarda che in Grecia si mangia la feta, mica il brie.

5) Le sue foto sono ritoccate e lei lo conferma con naturalezza. Le modelle saranno belle, ma non sono mica perfette. E cosa c’è di più perfetto di una bella piallata con Photoshop? E’ proprio nell’ “irrealistico” che sta la sua arte.

Tratte da www.nimabenatiph.com

 

6) Esce con un gruppo di uomini che sembrano usciti dal cast di Magic Mike e passano la giornata a prenderla in giro chiamandola Godzilla.

7) E’ una buona forchetta ed esorta le ragazze a magnà (ed è magra con le tette, non dimenticatelo).

8) E’ nata, cresciuta e ha raggiunto il successo grazie ai social network e ha l’intelligenza di ammetterne la forza.

9) Anche se deve fare degli shooting a testa in giù in mezzo agli squali nell’oceano a novembre è sempre vestita e truccata perfettamente e in posizioni contorsionistiche che neanche Yuri Checi.

dance dancing video games dance moms dancer


10) Riesce ad essere divertente anche nei social più noiosi, vedi Snapchat. Brava Nima, probabilmente ci faresti ridere anche sul pallosissimo Google +.

Nima Benati

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“Pensavo fosse Amore e invece era l’Ormone”

“Pensavo fosse Amore e invece era l’Ormone”

Come distinguere il Vero Amore dall’infatuazione primaverile

Battito cardiaco accelerato, pupille dilatate, mani sudate… no, non è l’inizio di una puntata di “Lucignolo – le luci della notte” ma sono semplicemente i primi sintomi dell’innamoramento.
Avete mai provato a cercare la parola “Amore” su Wikipedia? Troverete una piccola enciclopedia di banalità, una serie di parole messe a caso fra loro che girano, come in un’orbita, senza mai arrivare al dunque. L’unica cosa che mi è rimasta impressa è l’etimologia di “Amore”, deriva dal latino “Amita” che significa…Zia.  Ora, va bene tutto, ma personalmente mia zia non rientra nella Top Ten dei momenti più romantici della mia vita.

Tornando alle pupille dilatate, quando ci si innamora il nostro cervello si riempie di endorfine, ossitocine e dopamine rendendoci, passatemi il termine, degli idioti.
Come nel cartone animato “Esplorando il corpo umano” immagino dei piccoli pusher, lì nascosti negli angoli del nostro pancreas, pronti a spacciare endorfine senza farsi vedere o a scioglierti una dose di dopamina nel Sex on the Beach in discoteca. Queste sostanze hanno infatti lo stesso effetto delle droghe rendendoci completamente dipendenti da un’altra persona.
E’ già difficile sopravvivere in un mondo di delinquenti intestinali che ci si mette anche il miglior alleato delle endorfine, il braccio armato dell’innamoramento precoce, l’incubo di ogni ragionamento razionale: la primavera.

Penso che Madre Natura abbia creato la primavera per puro gusto sadico, me la immagino lì, seduta comoda sulla sua poltrona di fiori a guardare dall’alto le sue piccole creature struggersi e sospirare con un ghigno soddisfatto.

Sempre stando a Wikipedia, in primavera ci si innamora più facilmente perchè siamo come gli orsi Grizzly: usciamo dal letargo invernale, vediamo un po’ di luce e un po’ di fiori qua e là ed improvvisamente anche il panettiere dietro l’angolo non è più così male.

In primavera si forma una strana patina rosa sulla nostra retina che rende tutto più bello, sfuma i contorni e crea lo stesso effetto che si utilizza nelle fotografie dei matrimoni: al postino spariscono i brufoli, il compagno di università che abbina il blu con l’arancione sembra in smoking, perfino la barba del metallaro che incontri tutti i giorni al supermercato ti regala pensieri vagamente erotici.

Come distinguere allora l’innamoramento primaverile da quello vero? Come non cadere nella trappola per orsi grizzly e ritrovarsi a 50 anni sposate col postino brufoloso? La primavera dura solo una manciata di mesi, passa in fretta ed è veloce come un giro sulle montagne russe o una moda dettata dal look di Anna dello Russo.

Wikipedia ha sempre ragione, l’Amore vero, quello senza taroccature, non ha ancora oggi una definizione: l’unica cosa che so è ti regala manciate di endorfine, occhi da tossicodipendente e mani bagnate rendendoti un orso Grizzly che si sveglia dal letargo col sorriso e si comporta da ebete per tutto il resto della vita. #spreadthelove

Articolo per Sparkle Magazine

Dimmi che razza scegli e ti dirò se ascolti Rihanna

Dimmi che razza scegli e ti dirò se ascolti Rihanna
Guida semiseria alla scelta di un cane

Che ciascun cane assomigli al proprio padrone è diceria di uso comune, scegliere un fido compagno a 4 zampe non è infatti solo una questione di gusto estetico ma nasconde peculiarità ben diverse. La razza scelta denota particolari caratteristiche della vostra persona, dalla musica che ascoltate all’abbigliamento che indossate. Non ne siete sicuri? Leggete la mia guida poco seria e pullulante di clichè sulla combinazione cane-padrone.

Toy Dog

Se il Toy boy fa gola a Demi Moore e affini, il Toy Dog (Chihuahua, Bulldog Francese, Pomeranian e tutti quei cani che si ripongono facilmente in borsetta) è adatto alla Ragazza-Fashion, nel 90% dei casi bionda (tinta) o con lo shatush. Nella sua borsetta, oltre al cucciolo, l’Iphone con la Cover Moschino di Barbie e il bastone per i selfie. Ascolta solo canzoni di Rihanna, Katy Perry o Pitbull. Oppure canzoni di Pitbull che duetta con Rihanna e Katy Perry.  L’abbigliamento è vistoso e all’ultimo grido, se è l’anno del camouflage la scambierete per il Soldato Ryan, se è quello dell’animalier per Tarzan. Stessa cosa vale per il cane, che possiede un armadio canino stile Doggie Bradshaw. Il giorno del parrucchiere per lei è quello della toeletta per il cucciolo. Segni particolari? Una galleria di selfie insieme, entrambi con la duckface.

Nomi per il cane: Paris, Chanel, Miu Miu, Chloe (ma viene sempre chiamato “Amòòòre”)

Australian Sheperd

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L’elegante cane da pastore australiano è adatto alla ragazza convinta di poter cambiare il mondo. Ha un profilo su Tumblr dove posta ogni giorno foto di paesaggi con citazioni di Bukowsky. Conosce a memoria tutte le battute di Into the Wild ed è, ovviamente, vegana (solo per Instagram, si intende). Firma petizioni per i cani abbandonati anche se il suo è ha un pedigree da 24 carati. Ex Hipster, oggi Normocore, utilizza solo vestiti “conscious” o comprati ai mercatini di Londra. Ascolta musicisti morti, i Beatles, i Clash ma ha privatizzato Spotify per non farsi vedere mentre balla sulle note di Ariana Grande. Orgogliosa manifestante da tastiera, beve latte di soia mentre guarda serie tv che “Sicuramente non conosci, ma sta avendo un grande successo in Norvegia“. I croccantini per il cane sono BIO, ma che ve lo dico a fà.

Nomi per il cane: Sun, Moon, Karma, Yoga, Namaste

Levriero

La padrona tipo di questa razza è testimonial sia Burberry che Trussardi. L’abbigliamento, 50 sfumature di beige, ricorda le vecchie signore Londinesi di un tempo, quelle che bevevano il tè con il mignolino alzato. Chi possiede un levriero è alto, magro e altezzoso, esattamente come il cane. Quando camminano insieme al parco, indossando entrambi il trench, guardano dall’alto al basso tutti gli altri umani e canidi non rivolgendo nè la parola nè un bau a nessuno. Si fermano ore sulla panchina, lei legge un grande classico di Dickens bevendo caffè da asporto e il cucciolo, impassibile, guarda gli altri cani, ma non ammetterà mai di invidiare il San Bernardo che sta giocando a frisbee senza guinzaglio. Quando tornano a casa, lei continua a leggere il libro sulla poltrona davanti al camino con un bicchiere di Brandy e lui, sempre al suo fianco, si addormenta guardando la teca dedicata ai premi vinti nelle competizioni canine. Musica classica e noia a palate.

Nomi per il cane: George, Churchill, William, Elizabeth, Abraham

Labrador

La Ragazza-Labrador è, prima di tutto, sportiva. Pratica nuoto, tai chi, zumba, kick boxing e nel weekend corre insieme al cane. Se potesse, metterebbe le Nike Roshe Run anche al suo cucciolo. Segue un’alimentazione sana, fin troppo, con un particolare feticcio per i centrifugati di frutta e verdura che prepara per entrambi. Le vacanze le fa con Fido, ogni anno sempre più all’avventura: tutti e due con la GoPro montata sulla testa fanno free climbing o nuotano con gli squali. Non ha gusti musicali ben definiti, usa le playlist sportive di Spotify. Al parco sono quelli che giocano a frisbee insieme al San Bernardo citato sopra. Segni particolari? Il cane giusto se hai qualche chilo da perdere.

Nomi per il cane: Fiona, Phelps, Bolt, Jordan

…Poi c’è chi si ritrova al canile quasi per caso, convinta di poter fare una buona azione portando coperte e croccantini e si innamora di un paio di occhi o di una coda scodinzolante. Due giorni dopo la palla di pelo è già nel salotto di casa a mangiarti i lacci delle scarpe e a distruggerti il divano.

#Adoptdontshop

Articolo per Sparkle Magazine

La vita segreta di una #Insta-star

Come far credere di avere una vita super cool quando anche se vai a letto con le ciabatte di Hello Kitty.
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 Articolo per Sparkle Magazine

Ve lo siete mai chiesti quanto possa essere difficile la vita di una Insta-star?
In questo mondo di web celebrities Instagram è diventata la vetrina più efficace per accalappiarsi “seguaci“. Si, avete capito bene: se-gua-ci, persone che non vedono l’ora di spiarvi al supermercato per vedere di che marca comprate il tonno e imitarvi.
Per i più “OUT“: dicesi Insta-star una persona fisica reale il cui profilo Instagram viene seguito da un numero di followers che finisce per “K”. Come nella “Lettera Scarlatta” di Nathaniel Hawthorne la “K” diventa una discriminante, non significa adulterio come nel classico della letteratura ma fa da spartiacque tra le stelle e le stalle.

 

Un esempio: l’idraulico Mario Rossi di Pinarella di Cervia che posta solo foto di tubature avrà non più di 4 followers (mamma, papà, fidanzata e, se ha un profilo, il cane); la studentessa fashion-lifestyle-food-travel blogger che mangia hashtag a colazione e ha una laurea in “scienza della luce perfetta per valorizzare la fotocamera interna“, al contrario, ne avrà 12K, Dodici-kappa, che significa sia dodicimila che dodici carati, a voi la scelta.

L’articolo di oggi vuole essere la cronaca di quella che potrebbe essere la faticosa giornata di un insta-star:

Drin, drin: la sveglia suona. Con solo un occhio aperto e la bavetta alla bocca controllo il mio Iphone, 530 notifiche e 60 nuovi seguaci: leggo, rispondo e blocco chiunque mi critichi ancora una volta la forma delle mie sopracciglia. Mi alzo dal letto e già mi sale l’ansia: la colazione. Vorrei scofanarmi tre merendine immerse in latte e Nesquik ma non posso. “Loro” mi guardano e mi vogliono #Healthy quindi… prendo il frullatore, taglio frutta e verdura, trito il tutto e il rumore assordante finalmente mi sveglia. Uno Smoothy Detox iper salutare condito di bacche di Goji e pane integrale con Marmellata bio il tutto posato su un’elegante tovaglia provenzale. Scatto la foto dall’alto, in piedi sulla sedia con un Saccottino Mulino Bianco al cioccolato in bocca e il pigiama di pile.
Con fatica arranco verso l’armadio per scegliere l’ #OOTD (Outfit of The Day): lunedì ero chic, ieri ero rock…e oggi? Controllo Instagram per vedere i miei competitors, Chiara Ferragni ieri ha osato un look animalier, ma tanto lei sta dall’altra parte del mondo, con gli orari sballati di NYC nessuno si accorgerà che la sto imitando (decisamente nessuno).
Animalier sia, ma quale? Zebra, tigre, giraffa, cavallino? Corro verso il computer per googlare le nuove tendenze zoologiche fashion e trovo articoli come “Lo zebrato è il nuovo leopardato“.  Mi si accende una lampadina, ecco la soluzione: li indosso entrambi.
Zebrardata di tutto punto sono pronta per trucco e parrucco: sta per arrivare il primo selfie della giornata. Primer, correttore, fondotinta, sfumature di ombretto Caravaggesche per rendere lo sguardo accattivante, da pantera, aggiungendo così un terzo animale allo zoo del mio look.
Sembra tutto pronto per il selfie quando, all’improvviso, dramma: il meteo. Mai nemico peggiore delle Insta-Star del nuvolone che copre il sole rendendo la luce meno naturale e la fotocamera solo uno specchio della cruda verità. Cerco di ricreare, con un’installazione di abat-jours degna di Cattelan, una luce che possa evidenziare i miei zigomi e non il brufolo sul mento. Click, selfie. E’ il momento degli hashtag: #instacool e #instagood non mancano mai ma per sicurezza ne aggiungo altri trenta che così troveranno la mia faccia anche cercando #tostapane.
Dopo due minuti ho già 90 likes ma sto già pensando alla prossima foto: il pranzo non lo condivido, ho mangiato la lasagna della nonna fredda di frigo direttamente dal Tupperware, rimedierò con una foto fatta in palestra (un mese fa, alla lezione di prova) così penseranno che ho saltato il pasto per allenarmi.
Verso le 18 divento ingegnera, calcolando con astuzia l’inclinazione esatta della fotocamera per nascondere che all’aperitivo con le amiche ho preso solo un thè caldo causa dissenteria e inquadrando solamente i cocktail super cool delle mie amiche. Torno a casa e mi strucco, cerco un tutorial Nude Look e mi impiastriccio nuovamente la faccia: foto #Nomakeup.
Un po’ mi sento in colpa ma “Loro” mi guardano sempre, come in un Grande Fratello in versione smartphone, e devono pensare che io vada a letto con una pelle di pesca e in un pigiama di seta leggera. E’ ora di andare a letto, giornata stancante: spengo l’Iphone e ritorno me stessa.

YOUTUBER GIRLS – Istruzioni per l’uso

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Guida semiseria al #girlpower armato di webcam

Youtube è quel fantastico social network che da anni ci regala migliaia di emozioni in pillole video. Di seguito gli esempi più importanti:
– La rottura del server per le troppe visualizzazioni della meravigliosa hit del Sudcoreano Psy: Gangnam Style (2.147.483.647 per la precisione… ma in che pianeta viviamo)
– Gli innumerevoli video di gatti: gatti che fanno cose da umani, gatti che fanno amicizia con cerbiatti o simili, gatti spaventati da cetrioli, gatti che fanno i gatti ma che Kendall Jenner spostate le visualizzazioni più alte le abbiamo noi
– La pubblicità del test Clear Blue, si, quella di “giorno verde: possiamo fare l’amore!” un inno alla spontaneità amorosa che nemmeno il matrimonio di Tom Cruise e Katie Holmes.
Oltre questi tre, importantissimi e basilari pilastri di Youtube abbiamo una macro-categoria tutta al femminile che abita e popola il sito, le cosiddette “Youtuber” o “Vlogger”.
Oggi vi spiegheremo, con tecnicismi e scientificità alla Piero Angela, quali sono le specie più comuni che potete trovare in questa selva formato .mp4:

BEAUTY VLOGGER

Feticista di Sephora e assidua frequentatrice del Cosmoprof. Pagata a campioncini, ne possiede più di una farmacia e li lancia ai nemici come Xena faceva con le stelline mortali. Ha una gigantografia di Clio MakeUp in camera che bacia ogni mattina appena sveglia,  solitamente alle 7 a.m ha già uno smokey eyes che maledetta lei e le piace tantissimo mettere a fuoco i palmi della sua mano invece che il prodotto vero e proprio quando lo mostra in webcam. Fa sembrare tutto facile: un contouring per avere gli zigomi di Heidi Klum? Un gioco da ragazzi, basta seguire questi trentasette passaggi. La Beauty Vlogger è la nemica numero uno delle donne senza manualità e senza portafoglio infinito. AAA cercasi tutorial con i trucchi di Essence.
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FASHION VLOGGER

Categoria con un comune denominatore: il mutismo congenito. Video senza parole, in sottofondo solo le musiche gratuite della libreria di Youtube e molte giravolte: ed ecco una sfilza di outfit mostrati abilmente con un video casereccio fatto con il cavalletto preso dai cinesi sotto casa e l’armadio IKEA di sfondo. I video fashion sono l’evoluzione delle foto su Instagram. Consiglio per tutte: con l’app Boomerang prendete due piccioni con una fava e la vostra giravolta sarà in loop per tutto il tempo che vorrete. Qualcosina di parlato c’è, come i video “Haul”, dove il rumore del sacchetto di Stradivarius con i nuovi acquisti da fastidio alle orecchie sì, ma mai quanto la sua descrizione: “Ho comprato questro crop-top troppo-top”.
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FIT VLOGGER

Jill Cooper 2.0, le fit vlogger nascono per darti l’ispirazione, la spinta per alzare il sedere dalla sedia del pc o perlomeno sostituirla con una di quelle palle giganti che allenano (almeno) la schiena. Figlie di Kayla Itsines che, lo ammettiamo, è un genio del marketing anche loro fanno apparire tutto molto più semplice del previsto. Ipocrite, con i vostri tagli durante i video siamo convintissime che la vostra pausa-acqua sia in realtà una pausa-cupcake. Six pack e sederi tonici, beveroni e quinoa, completini e crop-top troppo-top (vedi sopra) lo ammettiamo… siamo solo invidiose e almeno ognuna di noi ha provato almeno una volta a fare la Bikini Body Guide senza risultati evidenti.
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ASMR VLOGGER

L’Asmr, una tecnica che sì, funziona, ma che sembra figlia del regista di American Horror Story. I video di rilassamento guidato non sono mai stati così social come oggi: ragazze più o meno attraenti ti coccolano con sussurri o dolci suoni per portarti tra le braccia di Morfeo in tranquillità. Abbiamo un pout-pourri  di opzioni, la nostra preferita è quella del “Roleplay”, le ragazze parlano alla webcam come se fosse un essere umano con tanto di pause per aspettare la risposta dell’interlocutore come fa Dora l’esploratrice nel suo cartone animato. Dalla makeup artist alla parrucchiera, c’è anche la versione per uomini: il barbiere finto con schiuma da barba vera che impiastriccia tutta la scrivania e…il finto rivenditore di auto (per davvero eh). Tra l’horror e il seducente è sicuramente una delle branche più inquietanti di Youtube.
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HOUSE VLOGGER

Le house vlogger ne siamo certe: abitano a Pinterest-landia. Provano un piacere fastidioso nel farci vedere quanto sia pulita, in ordine e perfetta la loro abitazione. Che sia un loft sui Navigli o un monolocale vista Notre Dame il problema è sempre quello: moriamo d’invidia. Pezzi unici scovati nei famosi mercatini… sfido chiunque a non averci sempre e solo trovato i mobili della nonna, quelli di legno noce scuro che sembrano perfetti solo per sacrificare un agnello durante una messa nera. Una caratteristica comune è quella di avere letti che sembrano fatti della stessa sostanza dei sogni: bianchi, candidi, morbidi con coperte di pelliccia di orso polare rarissimo trovato e trattato con polvere di diamanti e lacrime d’unicorno.
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DIY VLOGGER

Avete del filo, un bicchiere di plastica e un fiammifero a portata di mano? Riuscirete, insieme a loro, a costruire una navicella spaziale. Il giusto mix tra Niel il grande Artista e Fusako dell’albero azzurro le DIY (Do It Yourself) Vlogger servono quando hai pochi soldi per i regali di Natale e vuoi fare la figura della boho-chic che non da i soldi alle multinazionali con regali troppo commerciali. E’ sufficiente seguire i loro consigli diminuendo la velocità del video, a prova di scemo. Potrete sfidare i vostri fratellini più piccoli (o i vostri figli) a fare il lavoretto per la festa del papà più bello. Provare per credere.
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SINGER VLOGGER

Dio ci salvi dalle cover: le più gettonate? Hallelujah e qualsiasi canzone di Lana del Rey e Ariana Grande. La filosofia è questa: “dai io ci provo che magari l’anno prossimo vado a X Factor e mi mettono i video nell’intro ai provini”. Anche qui quasi sempre il background è l’armadio dell’IKEA, ma per fortuna quando la voce è bella uno chiude gli occhi per ascoltarla. La cosa più brutta delle singer vlogger? Che quando trovi quella che ti piace realmente, prima di ascoltarla cantare per davvero, devi sorbirti l’introduzione sul perchè ha scelto proprio quel pezzo scusandosi se durante la registrazione il suo gatto balzerà sulla scrivania in cerca di coccole.
E voi? Avete altre Vlogger da proporre per il nostro documentario?

San Valentino Rosso Sangue

San Valentino Rosso Sangue

Kit di sopravvivenza del perfetto fidanzato

 
Il quattordici Febbraio il mondo si divide tra single e non-single.
 
I non-single, a loro volta, si dividono tra:
 
– I fanatici di San Valentino (“Non vedo l’ora, Amore, ti ho già comprato un orso di pelouche grande come Platinette“)
 
– I masochisti di San Valentino (“Sì, Amore facciamo tutto quello che vuoi tu“)
 
– I paraculo di San Valentino (“Per me San Valentino è tutto l’anno“)
 
– Gli Hipster di San Valentino (“E’ una festa troppo commerciale“)
 
Oggi parliamo di sociologia, da uno studio effettuato nell’Università X della facoltà Y di un posto a caso in Michigan è venuto fuori che a San Valentino la gente regredisce, punto.
 
Di seguito, un decalogo di consigli semiseri per gli uomini che desiderano arrivare integri alla fine della giornata più dura dell’anno:
 
1) Offrite voi, banalità da ricordare. Nulla spegne il desiderio più di  “La tartare di salmone che hai preso costava di più quindi mi devi un euro e cinquanta ma non ti preoccupare, mi offrirai il caffè”.
 
2) Non improvvisatevi Christian Grey. Lasciate fare le cinquanta sfumature di lividi a chi vive a Manhattan tra macchinoni, Rolex e Smoking.
 
3) Non acquistate regali diabetici: i cioccolatini ingrassano, i libri di Nicholas Sparks cariano i denti e il CD de “Le migliori 50 canzoni d’amore di sempre” l’hai comprato all’Autogrill, ammettilo.
 
4) Non proporre il cinema per San Valentino, parlate. A meno che non sia un film muto e la tua ragazza abbastanza radical chic per apprezzarlo.
 
5) Se il programma prevede una cena, scegliete il ristorante con attenzione. Niente maxischermi con partita, niente offerte su Groupon con menù fissi per San Valentino (la versione amorosa dei menù per turisti stranieri allocchi).
 
6) Per l’incolumità della vostra camicia non ordinate gli spaghetti, lasciateli a Lilli & Il Vagabondo.
 
7) Se vi improvvisate cuochi a casa, non cercate su Google “ricette afrodisiache“. Un menù fatto di ostriche, champagne, frutto della passione e cioccolato fondente è un libro fin troppo aperto sulle vostre intenzioni.
 
8) Non cucinate cose a forma di cuore, non regalate cose a forma di cuore, evitate le forme a cuore in generale.
 
9) No, il cuscino, il tappetino per il mouse, la tazza e la cover con la vostra fotografia spiaccicata sopra non è un regalo originale.
 
10) Sia il vestito a fantasia tappezzeria della nonna che la pettinatura cotonata alla “Zia Yetta” che ha scelto per il vostro appuntamento le sta d’incanto, fine della questione.
 
… Che poi, se lei è “Lei” anche una serata sul divano a guardare le repliche di Super Quark mangiando nachos sbriciolando ovunque diventa una cena di gala.

GIPSY State of Mind: i segreti di Alice Agnelli

gipsy_interviewArticolo per Sparkle Magazine

Avete presente quelle persone che rendono anche la propria colazione un racconto emozionante alla Charles Dickens?

Quelle persone che utilizzano le parole in una maniera così perfetta e delicata che ti viene voglia di screenshottare tutti i suoi post su Facebook e custodirli gelosamente nel rullino dell’iphone, preziosi come i gioielli della nonna?
Alice Agnelli, AKA A Gipsy in the Kitchen è una di quelle persone speciali che ti fanno innamorare di lei ancor prima di conoscerla; che con le sue ricette, i suoi viaggi e i suoi meravigliosi vestiti riesce a teletrasportarti in un mondo parallelo, fatto di tessuti leggeri, guacamole, rossetto rosso e lentiggini.
Alice crede fermamente a Babbo Natale e veste Valentino, si definisce Gipsy perchè è uno spirito libero, viaggia per il mondo e, allo stesso tempo, dedica ore in cucina. La sua vita è raccontata nel suo blog in un day by day di emozioni e gusti.
In un periodo di potenziali “web influencer” che di positivo trasmettono ben poco tra magrezza, volgarità e sigarette, Alice la consiglierei a chiunque. E’ una botta di endorfine e di serenità nelle giornate uggiose e sì, leggendo le sue parole, ti viene voglia di migliorarti un pochino anche tu.
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Di seguito l’intervista che ha rilasciato per Sparkle Magazine, consigli e segreti per una vita più gipsy:
Cosa significa “Gipsy” per te?
Viaggiare, con i sogni e fisicamente. Curiosità come unico modus operandi per conoscere la realtà.
 
Moda e Food e Travel hanno una grandissima importanza nel tuo blog, come riesci a mescolarle così bene?
Forse perché non ci penso. Mi viene naturale quando mi espongo, esporre anche il mio stile.

GIPSY TOP FIVE

  • I 5 ingredienti preferiti della tua cucina:
Burro: lo adoro, non c’è nulla che lo possa sostituire.
Vaniglia: mia madre quando era incinta di me, beveva solo latte alla vaniglia. E io ne sono completamente dipendente.
Limone: mi piace tantissimo l’accento citrico in ogni piatto
Basilico: perché sa di estate e di serenità
Aglio: da un accento in più a ogni piatto
  • I 5 luoghi magici da visitare in giro per il mondo:
Parigi, sempre
New York, in autunno
La Cornovaglia
Atene, ora più che mai
La mia isla bonita, Formentera
  • I 5 capi di abbigliamento che non devono mai mancare in un gipsy-closet:
Le righe in ogni declinazione
Le felpe oversized rubate al fidanzato
I maglioni di lana nei quali rifugiarsi
Gli abiti bianchi in clone per l’estate
I classici jeans, inclusa la versione shorts
  • Le 5 tue buone abitudini:
Mangiare sano: niente carne e niente pesce, un regime vegetariano.
Un buon bicchiere di vino prezioso alla sera per salutare la giornata.
Esternare ogni sentimento: è lì, dentro di noi e chiede di uscire.
La gentilezza come atto estremo di rispetto verso l’altro.
Camminare tanto e un po’ di yoga.
Cos’è “Sparkle” per te?
La sincerità è sparkling: luminosa, attrae il buono.
Alice Agnelli
CEO & Founder