Come affrontare la prova costume mangiando cubetti di ghiaccio

Leggende metropolitane & co per aspiranti modelle da spiaggia

Ve lo ricordate alle elementari quando la maestra vi spiegava la Preistoria? Gli uomini di Neanderthal, i dinosauri e le donne, le veneri della fertilità: femmine ciccione, pelose, con il bacino largo che promette eredi e una dieta fatta solo di carne di Mammuth.

Passano gli anni e oggi ci ritroviamo a leggere le dichiarazioni di un famoso chirurgo di Beverly Hills che afferma che alcuni dei suoi pazienti sono disposti a pagare 2mila dollari per farsi cucire un cerotto delle dimensioni di un francobollo sopra la lingua che li costringa ad una dieta di soli liquidi.

A parte l’inquietante similitudine con la trama di Saw l’Enigmista, la gente sta completamente impazzendo.
E se dovessimo scegliere un periodo dell’anno dove, statisticamente, la donna media ha più probabilità di perdere il senno è esattamente questo: quel meraviglioso intervallo di tempo che va da Aprile a Giugno quando, come un meteorite piombato dal cielo, arriva Lei, la Signora di tutte le Ansie, la Prova Costume.

La Prova Costume è come un esame: un insidioso test più difficile di quello di trigonometria applicata e di ingegneria aerospaziale messi assieme, più pauroso di quello del sangue o di una colonscopia. E alla prova costume non ci scampi, a meno che tu non sia una di quelle strane persone che si rifugiano tra i boschi ad Agosto per ritrovare il proprio io interiore.
Lo specchio diventa quello deformante di Gardaland e non importa se sei Kate Moss o Platinette, i fianchi te li vedrai sempre larghi e i buchi della cellulite sembreranno più profondi di quelli dell’Emmenthal.

Girovagando per il web sono arrivata ad una grande conclusione che voglio condividere con voi: c’è una categoria di persone più pazze e squilibrate delle donne pre-prova costume…i giornalisti pre-prova costume! Quintali di informazioni tra l’inutile, l’assurdo e l’utopico che hanno come obiettivo quello di buttare benzina sul fuoco e di prometterti risultati alla Wanna Marchi.

C’è il giornalista che racconta la dieta delle star: Jennifer Aniston mangia cinque manciate di cibo al giorno come le galline, Renee Zellweger si nutre cubetti di ghiaccio per sentirsi sazia, Nicole Kidman durante “Ritorno a Cold Mountain” aveva una dieta di sole uova sode (che già di per sè il film è tristarello…se poi mangi solo uova), Jennifer Lopez sniffa olio di pompelmo per farsi passare la fame e Reese Witherspoon mangia solo omogenizzati. Un gruppo di luminari, insomma.
Poi arriva il giornalista più sociologo, quello che forse qualche libro di alimentazione l’ha letto, che parte con l’introduzione giusta, che le calorie non sono importanti e ti consiglia di andare a correre…e poi, tutto d’un tratto, ti dice che per dimagrire devi mangiare in piatti di colore rosso.

Va bene, la cromoterapia ha risultati dimostrabili, ma se hai voglia di una carbonara e in casa hai solo il caro piatto porpora lo riempirai così tanto che il rosso verrà coperto da tutti quegli spaghetti e buon appetito.

Un’altro suggerimento: leggenda narra che se al supermercato decidi di in contanti il tuo cervello ti suggerisce di scegliere cibi più sani, teoria un po’ strana che vede il bancomat come portatore sano di grassi e lipidi. Poi c’è il cioccolato, che dev’essere fondente esattamente al 98,45% e coltivato sulle Ande solo da contadini mancini e dalle scarpe blu per farti dimagrire.

Ultima, ma non meno importante: la teoria del cubetto di ghiaccio. Basta inserire un cubetto di ghiaccio in una zuppa o in una minestra per far sì che tutti i grassi si concentrino attorno ad esso così da raccoglierli con un cucchiaio ed eliminarli. Non è cosa da tutti, devi essere svelto e preciso, altrimenti rischi che il ghiaccio si sciolga. Io mi domando, già una dieta fatta di zuppe e minestre non è sinonimo di gioia, se poi ci metti l’ansia del dover pescare il cubetto unto di grasso e scivoloso… consiglierei questa tecnica solo a Renee Zellweger che a quanto pare di cubetti di ghiaccio ne è ghiotta, e mi raccomando: come dessert cioccolato fondente su piatto rosso…ed è subito Victoria’s secret!

Le Parigine non mangiano croissant Intervista semiseria e #Gourmode per aspiranti francesine

Intervista semiseria e #Gourmode per aspiranti francesine

Dopo il successo di #petaloso coinare parole è diventato una moda. Ma Clara Nanut, studentessa e blogger, ha inventato un aggettivo che calzerebbe a pennello a molte di noi: “Gourmode” (Gourmand à la mode ndr). Cosa significa? Gourmode è uno stile di vita, non è solamente sentirsi una buongustaia chic, è molto di più racconta Clara, che già da piccola creava vestiti mignonne con i foulard della mamma vantandosi all’asilo di aver assaggiato les escargots.

Clara è una di quelle persone che sono nate nel posto sbagliato. E quando senti di appartenere ad un altro luogo ne ascolti il richiamo, da lontano, e sei pronto a partire, valigia alla mano, per ritrovare quel profumo di casa. Per Clara, Parigi rappresenta l’intimità di un salotto, il posto di appartenenza dove tirare un sospiro di sollievo.

L’abbiamo intervistata per scoprire insieme a lei i segreti della città più romantica del mondo ma soprattutto di chi ne vive il day by day: le parigine. Avete presente, no? Taglia 38, chignon spettinato a doc, rossetto rosso, quel je ne sais quoi…

Cosa ami di più di Parigi? Il profumo di burro di fronte alle boulangeries, i tetti spioventi, le strade strette, il Marais, il groviglio di ponti tra l’Île de la Cité e l’ Île Saint Louis con il vento fresco in volto alle sette del mattino, la magica sensazione di vivere una favola che sa di pain au chocolat, i portoni azzurri.

Descrivi una parigina in 3 parole. Sicura di se e sofisticata, ma décontracté.

Cosa mangia una parigina? Non di certo croissants e foie gras tutti i giorni. “Alexiane, hai visto le gambe di Eugénie?” Oui, le abbiamo viste bene: Cojean, Jour e i mercati della frutta e verdura.

Qual è la beauty routine di una parigina? Lavarsi i denti il più possibile, struccarsi sempre, usare prodotti di qualità, meglio made in France (Clinique, La Roche Posay, Nuxe etc). Per la parigina è cool curarsi il giusto per avere sempre una pelle fresca e pulita, un look naturale ma sempre un po’ rock.

Quali sono le icone di riferimento di una parigina? Se stessa. La parigina non ha icone, osserva per le strade e nei cafes. Gainsbourg, Birkin, De Maigret, Roitfeld, de la Fressange… voi tenetele a mente, ma non nominatele, è uncool.

Come mai sono invidiate/odiate da tutto il mondo? L’ho già detto décontracté? Per l’eleganza couture ma disinvolta. Per il loro modo inimitabile di bere un calice di vino rosso, fumando una sigaretta, con le gambe incrociate, fuori da quel café in fondo alla via.

Perchè se le parigine si fanno uno chignon appaiono eleganti e se ce lo facciamo noi sembriamo lottatrici di sumo? Lo chignon non va fatto tirato come foste la prima ballerina della Scala pronta per la scena, non va nemmeno usato per celare uno shampoo che s’ha proprio da fare… alla parigina piace molto alto sulla nuca, morbido, scomposto, due ciocche libere sulle orecchie, i capelli ancora molto puliti che vanno un po’ per i fatti loro, questo il segreto.

Le Parigine fanno sport? No, vero? E allora perchè sono sempre magre? Mai preso la Metropolitain a Parigi? Là ci sono più tapis roulant che in palestra e alle parigine bastano e avanzano.

Quali sono i must have nell’armadio di ogni parigina? Un pull oversize di Maje, un paio di stivaletti texani di Isabel Marant, un little black dress di Sandro… collezioni di bijoux new navajo e gioielli della nonna da mixare con garbo.

LIEUX D’AIMER: tips e segreti per vivere Parigi da vera Gourmode

fb: Gourmode

ig: gourmode_com

Prova costume per casalinghe disperate

Ormai è troppo tardi, lo sapete vero? L’estate è alle porte e se c’avete il culone… beh, c’avete il culone. Anche se, si sa, quest’anno il Butt alla Kardashian-Minaj fa tendenza.

Oh my gosh, look at her butt
Look at her butt (look at her butt)
(Nicky Minaj – Anaconda)

Questa è una mini guida, step by step, per buttare giù qualche chiletto comodamente da casa o durante lo studio/lavoro. Non sarete Bar Rafaeli a Ibiza quest’anno ma l’autostima, una risata e qualche manciata di endorfine aiuteranno! Have fun!

Sposta i mobili e fingi con le tue amiche di essere un’esperta di Feng shui.

Pratica l’arte del giardinaggio estremo facendo risorgere il tuo pollice da nero a verde.

 

 Porta fuori il cane o lascia che sia il cane a portar fuori te.

 Nascondi il telecomando e la sveglia. Correrai per posticipare la sveglia ed evitare ancora una volta la pubblicità di Media Shopping.

 Pulisci a fondo la casa: sì, fino agli angoli più nascosti, quelli che si raggiungono solo a suon di squat.

 Cammina durante la pausa pranzo o la pausa studio. Trotterella qua e la mangiando un gambo di sedano mentre ripeti per la quarantesima volta il famoso “capitolo otto” del libro che non capirai mai per l’esame che non passerai mai.

 

Quando torni a casa evita di prendere l’autobus o la metro: gambe in spalla (avrai almeno un nonno che ti ha detto “Alla tua età saltavo i fossi per il lungo” ecco, prendi esempio da lui).

Evita gli ascensori come se avessero la peste, l’alitosi e una gran voglia di cantarti Gigi D’Alessio nelle orecchie.

Gioca coi bambini: nipoti, figli, figli di amici, nipoti di amici, figli di Brangelina… insomma, gioca!

Lavora mentre stai in piedi (dai, questa è esagerata lo sappiamo anche noi ndr)

Lavori a Milano?  Parcheggia a Lodi. Lavori a Roma? Parcheggia a Trapani. Insomma, spreca meno benzina, salva l’ambiente, salva il mondo e fai sparire la cellulite.

10 buoni motivi per amare Nima Benati

“Penso di essermi innamorata della fotografia durante la gita della 4^ elementare. Non ricordo dove fossi, ma c’era il mare. Scattai una foto che allora chiamavo ‘da cartolina’ e quando mio padre la sviluppò mi promise che un giorno avrei avuto una macchina tutta mia, se avessi continuato ad essere così brava. Alla fine quel giorno è arrivato, e voglio meritarmela la mia Nikon.”
(Nima Benati)

 Articolo per Sparkle Magazine

1) E’ classe 1992 e mentre voi siete qui a rosicare lei ha già scattato per Vogue e fotografato Gigi Hadid quindi shhhh.

2) E’ magra con le tette: un binomio quasi inesistente in natura, una specie di Kardashian emiliana con più eleganza, più tortellini e meno trash.


(ed è anche #gayfriendly)

3) Ha un fidanzato modello che sembra essere appena atterrato da Giove dal nome impronunciabile che ricorda un formaggio.

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4) Lei lo ama alla follia ma non riesce a pronunciare correttamente il nome del suo fidanzato e lo chiama, appunto, come il formaggio.


Nima guarda che in Grecia si mangia la feta, mica il brie.

5) Le sue foto sono ritoccate e lei lo conferma con naturalezza. Le modelle saranno belle, ma non sono mica perfette. E cosa c’è di più perfetto di una bella piallata con Photoshop? E’ proprio nell’ “irrealistico” che sta la sua arte.

Tratte da www.nimabenatiph.com

 

6) Esce con un gruppo di uomini che sembrano usciti dal cast di Magic Mike e passano la giornata a prenderla in giro chiamandola Godzilla.

7) E’ una buona forchetta ed esorta le ragazze a magnà (ed è magra con le tette, non dimenticatelo).

8) E’ nata, cresciuta e ha raggiunto il successo grazie ai social network e ha l’intelligenza di ammetterne la forza.

9) Anche se deve fare degli shooting a testa in giù in mezzo agli squali nell’oceano a novembre è sempre vestita e truccata perfettamente e in posizioni contorsionistiche che neanche Yuri Checi.

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10) Riesce ad essere divertente anche nei social più noiosi, vedi Snapchat. Brava Nima, probabilmente ci faresti ridere anche sul pallosissimo Google +.

Nima Benati

Facebook

Instagram

Website

La vita segreta di una #Insta-star

Come far credere di avere una vita super cool quando anche se vai a letto con le ciabatte di Hello Kitty.
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 Articolo per Sparkle Magazine

Ve lo siete mai chiesti quanto possa essere difficile la vita di una Insta-star?
In questo mondo di web celebrities Instagram è diventata la vetrina più efficace per accalappiarsi “seguaci“. Si, avete capito bene: se-gua-ci, persone che non vedono l’ora di spiarvi al supermercato per vedere di che marca comprate il tonno e imitarvi.
Per i più “OUT“: dicesi Insta-star una persona fisica reale il cui profilo Instagram viene seguito da un numero di followers che finisce per “K”. Come nella “Lettera Scarlatta” di Nathaniel Hawthorne la “K” diventa una discriminante, non significa adulterio come nel classico della letteratura ma fa da spartiacque tra le stelle e le stalle.

 

Un esempio: l’idraulico Mario Rossi di Pinarella di Cervia che posta solo foto di tubature avrà non più di 4 followers (mamma, papà, fidanzata e, se ha un profilo, il cane); la studentessa fashion-lifestyle-food-travel blogger che mangia hashtag a colazione e ha una laurea in “scienza della luce perfetta per valorizzare la fotocamera interna“, al contrario, ne avrà 12K, Dodici-kappa, che significa sia dodicimila che dodici carati, a voi la scelta.

L’articolo di oggi vuole essere la cronaca di quella che potrebbe essere la faticosa giornata di un insta-star:

Drin, drin: la sveglia suona. Con solo un occhio aperto e la bavetta alla bocca controllo il mio Iphone, 530 notifiche e 60 nuovi seguaci: leggo, rispondo e blocco chiunque mi critichi ancora una volta la forma delle mie sopracciglia. Mi alzo dal letto e già mi sale l’ansia: la colazione. Vorrei scofanarmi tre merendine immerse in latte e Nesquik ma non posso. “Loro” mi guardano e mi vogliono #Healthy quindi… prendo il frullatore, taglio frutta e verdura, trito il tutto e il rumore assordante finalmente mi sveglia. Uno Smoothy Detox iper salutare condito di bacche di Goji e pane integrale con Marmellata bio il tutto posato su un’elegante tovaglia provenzale. Scatto la foto dall’alto, in piedi sulla sedia con un Saccottino Mulino Bianco al cioccolato in bocca e il pigiama di pile.
Con fatica arranco verso l’armadio per scegliere l’ #OOTD (Outfit of The Day): lunedì ero chic, ieri ero rock…e oggi? Controllo Instagram per vedere i miei competitors, Chiara Ferragni ieri ha osato un look animalier, ma tanto lei sta dall’altra parte del mondo, con gli orari sballati di NYC nessuno si accorgerà che la sto imitando (decisamente nessuno).
Animalier sia, ma quale? Zebra, tigre, giraffa, cavallino? Corro verso il computer per googlare le nuove tendenze zoologiche fashion e trovo articoli come “Lo zebrato è il nuovo leopardato“.  Mi si accende una lampadina, ecco la soluzione: li indosso entrambi.
Zebrardata di tutto punto sono pronta per trucco e parrucco: sta per arrivare il primo selfie della giornata. Primer, correttore, fondotinta, sfumature di ombretto Caravaggesche per rendere lo sguardo accattivante, da pantera, aggiungendo così un terzo animale allo zoo del mio look.
Sembra tutto pronto per il selfie quando, all’improvviso, dramma: il meteo. Mai nemico peggiore delle Insta-Star del nuvolone che copre il sole rendendo la luce meno naturale e la fotocamera solo uno specchio della cruda verità. Cerco di ricreare, con un’installazione di abat-jours degna di Cattelan, una luce che possa evidenziare i miei zigomi e non il brufolo sul mento. Click, selfie. E’ il momento degli hashtag: #instacool e #instagood non mancano mai ma per sicurezza ne aggiungo altri trenta che così troveranno la mia faccia anche cercando #tostapane.
Dopo due minuti ho già 90 likes ma sto già pensando alla prossima foto: il pranzo non lo condivido, ho mangiato la lasagna della nonna fredda di frigo direttamente dal Tupperware, rimedierò con una foto fatta in palestra (un mese fa, alla lezione di prova) così penseranno che ho saltato il pasto per allenarmi.
Verso le 18 divento ingegnera, calcolando con astuzia l’inclinazione esatta della fotocamera per nascondere che all’aperitivo con le amiche ho preso solo un thè caldo causa dissenteria e inquadrando solamente i cocktail super cool delle mie amiche. Torno a casa e mi strucco, cerco un tutorial Nude Look e mi impiastriccio nuovamente la faccia: foto #Nomakeup.
Un po’ mi sento in colpa ma “Loro” mi guardano sempre, come in un Grande Fratello in versione smartphone, e devono pensare che io vada a letto con una pelle di pesca e in un pigiama di seta leggera. E’ ora di andare a letto, giornata stancante: spengo l’Iphone e ritorno me stessa.

YOUTUBER GIRLS – Istruzioni per l’uso

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Guida semiseria al #girlpower armato di webcam

Youtube è quel fantastico social network che da anni ci regala migliaia di emozioni in pillole video. Di seguito gli esempi più importanti:
– La rottura del server per le troppe visualizzazioni della meravigliosa hit del Sudcoreano Psy: Gangnam Style (2.147.483.647 per la precisione… ma in che pianeta viviamo)
– Gli innumerevoli video di gatti: gatti che fanno cose da umani, gatti che fanno amicizia con cerbiatti o simili, gatti spaventati da cetrioli, gatti che fanno i gatti ma che Kendall Jenner spostate le visualizzazioni più alte le abbiamo noi
– La pubblicità del test Clear Blue, si, quella di “giorno verde: possiamo fare l’amore!” un inno alla spontaneità amorosa che nemmeno il matrimonio di Tom Cruise e Katie Holmes.
Oltre questi tre, importantissimi e basilari pilastri di Youtube abbiamo una macro-categoria tutta al femminile che abita e popola il sito, le cosiddette “Youtuber” o “Vlogger”.
Oggi vi spiegheremo, con tecnicismi e scientificità alla Piero Angela, quali sono le specie più comuni che potete trovare in questa selva formato .mp4:

BEAUTY VLOGGER

Feticista di Sephora e assidua frequentatrice del Cosmoprof. Pagata a campioncini, ne possiede più di una farmacia e li lancia ai nemici come Xena faceva con le stelline mortali. Ha una gigantografia di Clio MakeUp in camera che bacia ogni mattina appena sveglia,  solitamente alle 7 a.m ha già uno smokey eyes che maledetta lei e le piace tantissimo mettere a fuoco i palmi della sua mano invece che il prodotto vero e proprio quando lo mostra in webcam. Fa sembrare tutto facile: un contouring per avere gli zigomi di Heidi Klum? Un gioco da ragazzi, basta seguire questi trentasette passaggi. La Beauty Vlogger è la nemica numero uno delle donne senza manualità e senza portafoglio infinito. AAA cercasi tutorial con i trucchi di Essence.
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FASHION VLOGGER

Categoria con un comune denominatore: il mutismo congenito. Video senza parole, in sottofondo solo le musiche gratuite della libreria di Youtube e molte giravolte: ed ecco una sfilza di outfit mostrati abilmente con un video casereccio fatto con il cavalletto preso dai cinesi sotto casa e l’armadio IKEA di sfondo. I video fashion sono l’evoluzione delle foto su Instagram. Consiglio per tutte: con l’app Boomerang prendete due piccioni con una fava e la vostra giravolta sarà in loop per tutto il tempo che vorrete. Qualcosina di parlato c’è, come i video “Haul”, dove il rumore del sacchetto di Stradivarius con i nuovi acquisti da fastidio alle orecchie sì, ma mai quanto la sua descrizione: “Ho comprato questro crop-top troppo-top”.
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FIT VLOGGER

Jill Cooper 2.0, le fit vlogger nascono per darti l’ispirazione, la spinta per alzare il sedere dalla sedia del pc o perlomeno sostituirla con una di quelle palle giganti che allenano (almeno) la schiena. Figlie di Kayla Itsines che, lo ammettiamo, è un genio del marketing anche loro fanno apparire tutto molto più semplice del previsto. Ipocrite, con i vostri tagli durante i video siamo convintissime che la vostra pausa-acqua sia in realtà una pausa-cupcake. Six pack e sederi tonici, beveroni e quinoa, completini e crop-top troppo-top (vedi sopra) lo ammettiamo… siamo solo invidiose e almeno ognuna di noi ha provato almeno una volta a fare la Bikini Body Guide senza risultati evidenti.
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ASMR VLOGGER

L’Asmr, una tecnica che sì, funziona, ma che sembra figlia del regista di American Horror Story. I video di rilassamento guidato non sono mai stati così social come oggi: ragazze più o meno attraenti ti coccolano con sussurri o dolci suoni per portarti tra le braccia di Morfeo in tranquillità. Abbiamo un pout-pourri  di opzioni, la nostra preferita è quella del “Roleplay”, le ragazze parlano alla webcam come se fosse un essere umano con tanto di pause per aspettare la risposta dell’interlocutore come fa Dora l’esploratrice nel suo cartone animato. Dalla makeup artist alla parrucchiera, c’è anche la versione per uomini: il barbiere finto con schiuma da barba vera che impiastriccia tutta la scrivania e…il finto rivenditore di auto (per davvero eh). Tra l’horror e il seducente è sicuramente una delle branche più inquietanti di Youtube.
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HOUSE VLOGGER

Le house vlogger ne siamo certe: abitano a Pinterest-landia. Provano un piacere fastidioso nel farci vedere quanto sia pulita, in ordine e perfetta la loro abitazione. Che sia un loft sui Navigli o un monolocale vista Notre Dame il problema è sempre quello: moriamo d’invidia. Pezzi unici scovati nei famosi mercatini… sfido chiunque a non averci sempre e solo trovato i mobili della nonna, quelli di legno noce scuro che sembrano perfetti solo per sacrificare un agnello durante una messa nera. Una caratteristica comune è quella di avere letti che sembrano fatti della stessa sostanza dei sogni: bianchi, candidi, morbidi con coperte di pelliccia di orso polare rarissimo trovato e trattato con polvere di diamanti e lacrime d’unicorno.
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DIY VLOGGER

Avete del filo, un bicchiere di plastica e un fiammifero a portata di mano? Riuscirete, insieme a loro, a costruire una navicella spaziale. Il giusto mix tra Niel il grande Artista e Fusako dell’albero azzurro le DIY (Do It Yourself) Vlogger servono quando hai pochi soldi per i regali di Natale e vuoi fare la figura della boho-chic che non da i soldi alle multinazionali con regali troppo commerciali. E’ sufficiente seguire i loro consigli diminuendo la velocità del video, a prova di scemo. Potrete sfidare i vostri fratellini più piccoli (o i vostri figli) a fare il lavoretto per la festa del papà più bello. Provare per credere.
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SINGER VLOGGER

Dio ci salvi dalle cover: le più gettonate? Hallelujah e qualsiasi canzone di Lana del Rey e Ariana Grande. La filosofia è questa: “dai io ci provo che magari l’anno prossimo vado a X Factor e mi mettono i video nell’intro ai provini”. Anche qui quasi sempre il background è l’armadio dell’IKEA, ma per fortuna quando la voce è bella uno chiude gli occhi per ascoltarla. La cosa più brutta delle singer vlogger? Che quando trovi quella che ti piace realmente, prima di ascoltarla cantare per davvero, devi sorbirti l’introduzione sul perchè ha scelto proprio quel pezzo scusandosi se durante la registrazione il suo gatto balzerà sulla scrivania in cerca di coccole.
E voi? Avete altre Vlogger da proporre per il nostro documentario?

San Valentino Rosso Sangue

San Valentino Rosso Sangue

Kit di sopravvivenza del perfetto fidanzato

 
Il quattordici Febbraio il mondo si divide tra single e non-single.
 
I non-single, a loro volta, si dividono tra:
 
– I fanatici di San Valentino (“Non vedo l’ora, Amore, ti ho già comprato un orso di pelouche grande come Platinette“)
 
– I masochisti di San Valentino (“Sì, Amore facciamo tutto quello che vuoi tu“)
 
– I paraculo di San Valentino (“Per me San Valentino è tutto l’anno“)
 
– Gli Hipster di San Valentino (“E’ una festa troppo commerciale“)
 
Oggi parliamo di sociologia, da uno studio effettuato nell’Università X della facoltà Y di un posto a caso in Michigan è venuto fuori che a San Valentino la gente regredisce, punto.
 
Di seguito, un decalogo di consigli semiseri per gli uomini che desiderano arrivare integri alla fine della giornata più dura dell’anno:
 
1) Offrite voi, banalità da ricordare. Nulla spegne il desiderio più di  “La tartare di salmone che hai preso costava di più quindi mi devi un euro e cinquanta ma non ti preoccupare, mi offrirai il caffè”.
 
2) Non improvvisatevi Christian Grey. Lasciate fare le cinquanta sfumature di lividi a chi vive a Manhattan tra macchinoni, Rolex e Smoking.
 
3) Non acquistate regali diabetici: i cioccolatini ingrassano, i libri di Nicholas Sparks cariano i denti e il CD de “Le migliori 50 canzoni d’amore di sempre” l’hai comprato all’Autogrill, ammettilo.
 
4) Non proporre il cinema per San Valentino, parlate. A meno che non sia un film muto e la tua ragazza abbastanza radical chic per apprezzarlo.
 
5) Se il programma prevede una cena, scegliete il ristorante con attenzione. Niente maxischermi con partita, niente offerte su Groupon con menù fissi per San Valentino (la versione amorosa dei menù per turisti stranieri allocchi).
 
6) Per l’incolumità della vostra camicia non ordinate gli spaghetti, lasciateli a Lilli & Il Vagabondo.
 
7) Se vi improvvisate cuochi a casa, non cercate su Google “ricette afrodisiache“. Un menù fatto di ostriche, champagne, frutto della passione e cioccolato fondente è un libro fin troppo aperto sulle vostre intenzioni.
 
8) Non cucinate cose a forma di cuore, non regalate cose a forma di cuore, evitate le forme a cuore in generale.
 
9) No, il cuscino, il tappetino per il mouse, la tazza e la cover con la vostra fotografia spiaccicata sopra non è un regalo originale.
 
10) Sia il vestito a fantasia tappezzeria della nonna che la pettinatura cotonata alla “Zia Yetta” che ha scelto per il vostro appuntamento le sta d’incanto, fine della questione.
 
… Che poi, se lei è “Lei” anche una serata sul divano a guardare le repliche di Super Quark mangiando nachos sbriciolando ovunque diventa una cena di gala.

Una Teen Mom con un figlio appassionato di Piero Angela

La Storia di Dana: una Teen Mom alle prese con un figlio appassionato di Piero Angela

Consigli per giovani mamme impaurite

Dana ha gli occhi color nocciola e, quando li incontri, è probabile che tu ne riceva in omaggio un altro paio, sempre nocciola solo più piccoli: sono gli occhi di Giulio.
Dana è dal 1991 che vive sul mare e chiede ai suoi genitori il motivo del suo nome: l’hanno trovato in un libro, forse tra i titoli di coda di un film, qualche volta tra gli attori di uno spettacolo teatrale. Nonostante tutto le certezze di Dana sono tante ma la più grande, quella più
Le passioni di Dana sono tante, ma l’amore incondizionato, quello vero, lo prova solo per quel paio di occhi citati sopra: Giulio, il suo bambino, messo al mondo all’ultimo anno di liceo, a 18 anni.
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Abbiamo intervistato Dana per raccontare la sua storia, con quella leggerezza e ironia tipica degli ultimi anni scolastici, dove si sogna l’indipendenza e dove non ci si aspetta di diventare campionesse in cambio dei pannolini e bartender di biberon, sperando di essere utili e di strappare un sorriso a tutte le Baby-Mamme e non.
– Raccontaci IL momento, com’è stato scoprire di essere incinta? Quando l’hai scoperto?
Avevo un ciclo puntualissimo, non potevo sbagliarmi. Con 24 ore di ritardo ho deciso di fare il mio primo test – in seguito ne avrei fatti due o forse tre, di conferma. Non c’erano dubbi, la linea era netta e decisa. Io lo ero meno, però. Avevo 18 anni, ne avrei compiuti 19 dopo qualche mese, ed ero intrappolata in una relazione dalla quale sarei dovuta scappare da molto tempo. Dopo qualche giorno avrei dovuto sostenere la prima prova dell’esame di stato, e non avevo la più pallida idea di cosa avrei detto ai miei genitori, ero terrorizzata dal loro giudizio.

– In un’ epoca di Reality Show sulle Teen Moms abbiamo una visione distorta dell’essere giovani madri. Cosa vuol dire, per te, essere diventata mamma così “presto”?

La televisione è in grado di deformare ogni tipo di storia. Per quanto mi riguarda essere diventata madre ha significato scendere a tanti compromessi e mutare radicalmente il mio modo di essere. È come se ogni cosa avesse un nuovo e grande significato. Ogni mattina, quando la sveglia suona alle sette, ed io inizio a stirare i vestiti che Giulio dovrà indossare per la scuola materna – sì, sono una di quelle madri che stira solo quando è strettamente necessario – penso a come tutto, ora, nella giornata, abbia un posto. Le carezze hanno un posto, i giocattoli ne hanno un altro, gli amici, il pranzo e la merenda, il mare, il bagno e la crema idratante per bambini, tutto ha una collocazione ben precisa, tutto ha un ritmo, tutto è consequenziale. Non esiste nessun fuori programma. I bambini hanno bisogno di una grandissima stabilità, questa è una cosa che ho capito fin da subito, e i loro ritmi vanno assecondati e rispettati. La mia vita è cambiata in funzione di Giulio, ed io sono cresciuta tanto. In televisione, invece, tutto sembra amplificato. L’amore, l’odio, i litigi, i sacrifici. Ma si tratta di semplice audience, mentre nella vita reale nessuno sarà dietro uno schermo ad applaudirti.

– Cosa hai provato la prima volta che hai visto tuo figlio?

Quando lo vidi per la prima volta pensai soltanto alla sua unicità, e a quella vita meravigliosa ed intricata che pian piano sarebbe riuscito a cucire come un maglione che lentamente nasce da un gomitolo di lana. So che gli ho trasmesso l’amore per la lettura, e tanta, maledetta, sensibilità. Ma non esiste nulla che cambierei in lui. È testardo, determinato, estremamente spiritoso, ma anche tanto timido. Ricordo che dopo dieci ore di travaglio, quando lo vidi, iniziai a gridare, Ce l’abbiamo fatta, amore, ce l’abbiamo fatta. Mi sembrava di aver scalato la montagna più alta del mondo insieme a lui. Ed ero così affamata che iniziai a mangiare chili di pizza con i funghi – ne era avanzata tanta dalla sera prima.

– Com’è stata la reazione delle tue amiche della tua età al saperti incinta? E’ cambiato qualcosa con loro?

La mia famiglia ha fatto davvero tanta fatica a metabolizzare tutto. Probabilmente avevano paura che da sola non sarei riuscita ad affrontare tutto questo, perché sapevano che il padre naturale di Giulio sarebbe stato presto risucchiato da una tromba d’aria. I miei rapporti di amicizia, invece, sono stati in un certo senso ridefiniti. Le persone davvero valide sono quelle che ancora oggi sono al mio fianco. Ma tante altre sono sparite – risucchiate anche quelle dalla tromba d’aria, credo.

– Cinque consigli per le future Teen Mom:

  • Al mare indossate sempre dei costumi comodi e ben saldi. Lasciate perdere i costumi a triangolo – i bambini adorano giocarci come se fossero tendine – e i laccetti li slacciano in una frazione di secondo. Oppure optate per la spiaggia nudista.
  • Nei primi mesi il vostro mantra dovrà essere, Dormo quando c’è da dormire. Dopo una lunga notte in bianco, probabilmente vostro figlio si addormenterà la mattina successiva, proprio per l’orario di visita di vostra suocera. Fingete di non essere in casa, il sonno è denaro.
  • Entrate in modalità orecchie da mercante quando persone il cui obiettivo nella vita è riuscire a tornare a casa dopo la discoteca senza rigare la macchina di papà inizieranno ad impartire consigli su come diventare una mamma perfetta. Alla domanda, Ma vuoi anche tu un bambino?, risponderanno categoricamente di no. Dunque spiegherete che in questo caso possono continuare a discutere di cocktails.
  • Non sentitevi in colpa, questa è la regola. Avete bisogno del parrucchiere? Prenotatelo. Volete uscire dopo cena per bere un bicchiere di vino con una amica? Fatelo. Sentite la necessità di iniziare la Bikini Body Guide facendovi scattare le fotografie del prima e del dopo da vostro figlio? Consegnategli lo smartphone.
  • L’ultimo consiglio è un dovere. Dovete cercare di essere felici, e rimanerlo per la maggior parte del tempo. Credo si tratti del miglior insegnamento per il vostro bambino.

– Quali sono miti da sfatare sulle “Teen Moms”?

Non siamo solo mamme, ma anche donne. Non divoriamo uomini, e non cerchiamo necessariamente un padre per nostro figlio. Non viviamo soltanto tra pannolini e pipì, e non abbiamo perso alcuna facoltà mentale.

– Parlami di Giulio

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Giulio, all’inizio, voleva fare il calciatore. Per fortuna ci sono i miei due fratelli che gli hanno insegnato cos’è un fuorigioco. Da qualche mese, però, ha deciso di voler diventare un fioraio. E quando non raccoglie fiori, ama guardare documentari. Quelli per bambini, però, lo annoiano. Quindi siamo costantemente in modalità Piero Angela. Giulio usa parole estremamente sofisticate, e sì, coniuga benissimo i verbi. Ma quando si trova in situazioni imbarazzanti – quelle in cui gente appena conosciuta gli si accalca intorno cercando di palpargli le guance mentre emette suoni strani e lo chiama fagiolino o bruschettina – diventa muto. Lui dice che così lo lasciano stare, e non ha mica tutti i torti. Io per educazione e civiltà non posso adottare la stessa tecnica, ma son più le volte in cui vorrei imitarlo, che quelle in cui desidererei cambiarlo. I bambini sono come delle grandissime scatole magiche dentro cui trovi un senso alle piccole e alle grandi cose. E la cosa più bella è che il senso che riesci a trovare è libero da qualsiasi contaminazione. Dentro quella scatola, poi, ci sono chili di creatività – un’arma invincibile che da adulti spesso dimentichiamo. E soprattutto dosi infinite di amore incondizionato.
… Ed è ascoltando persone come Dana che capisci che, in fondo, dai bambini si può soltanto imparare.
E alle persone che le dicono “Ti sei persa tante cose“, lei risponde che fare un figlio prima dell’esame di maturità è di gran lunga la cosa più avventurosa che si possa fare!

The Pretty Wild: spremute d’arancia in bicchieri di cristallo

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Chi non riconosce la citazione del titolo è, probabilmente, troppo vecchio o troppo giovane per i nostri gusti. La prima persona che ho scelto di intervistare, infatti, l’ho scovata facendo ricerche su quella povera manciata di anni che tutti snobbano, i meravigliosi Nineties.

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Mary è l’autrice di The Pretty Wild, blog multiargomento tutto rosa sbrilluccicoso con una passione sfrenata per gli anni ’90 e tutto il fantastico trash che ne concerne.
Tra i suoi articoli spiccano titoli come “Il diario di Fiorello“, “Il plaid di Beverly Hills 90210” o “Il tributo a Bayside School nell’ultima puntata di Dancing with the stars” insomma, mica pizza e fichi.

In questo periodo siamo pieni di pseudo Hippie da Coachella e da Wannabe Great Gatsby che ci siamo dimenticati del decennio che ha cresciuto tutti noi attuali ventenni. Il decennio del Babybell, della fabbrica dei mostri e delle fettine panate, suvvia.

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Vi lascio con l’intervista a quella che penso sia la più grande blogger ed esperta italiana in fatto di anni ’90, collezionatrice folle di gadget targati 90210: The Pretty Wild!

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– Ciao, chi sei?
Sono Mary Tribbiani ho 25 anni e un casino di interessi!

– Raccontami un po’ del tuo blog: quando lo hai aperto? Di cosa parla?
Il mio blog nasce nel 2009 con un titolo diverso ‘Single & Sbronza‘, inizialmente scrivevo soprattutto pensieri e riflessioni su vita, amore e relazioni, poi l’ho usato un po’ come diario personale raccontando di me e delle trasferte per seguire le band preferite in tour… Da un anno e mezzo invece ha preso una piega leggermente diversa, mi piaceva l’idea di renderlo un po’ una bibbia rosa per ragazzacce e inoltre ho cambiato il titolo perché forse quel nome un po’ forte limitava poi la vera natura del blog.

– Quali sono i pro e i contro di aprire un blog? Cosa ti sta regalando emotivamente e professionalmente?
I pro sono tantissimi! Con un articolo riesci a comunicare a più persone sparse in giro per il mondo, condividi le tue ricerche e le metti a disposizione degli utenti così da poter consigliare e ispirare chi ti legge. Grazie al blog ho conosciuto così tante persone, ragazze adorabili! Ovviamente di contro ce ne sono eccome! Il commento negativo spunta sempre oppure ci sono volte in cui lavoro su un pezzo per un intero pomeriggio poi lo pubblico e magari mi becco un commento di una persona che invece me lo smonta in due parole. Però che ci vuoi fare? Sempre meglio un commento negativo che l’indifferenza, no? Un altro aspetto negativo è che tutti sanno i cazzi tuoi – ed è anche per questo che col tempo ho raccontato sempre meno della mia vita privata – negli ultimi anni sono venuti un po’ tutti a conoscenza del mio blog e si fanno i cazzi miei bellamente senza nemmeno dirmelo quando li incontro dal vivo.

– Ho scelto di intervistarti per la tua curiosa ossessione per gli anni ’90: siamo pieni di “amanti di decenni” dagli anni ’20 agli ’80 ma, lasciamelo dire, gli anni ’90 non se li caca proprio nessuno! Come mai questa scelta originale e controcorrente?
Ahahahah ti adoro! Ma sai che invece non è vero? Oramai sono tutti fissati con gli anni novanta! Però sono stata una delle prime, non è per spocchia ma è così, era infatti il febbraio del 2012 quando mi è partita la fissa per gli anni ’90! Tutto è nato cominciando un rewatch di Beverly Hills 90210, da lì in poi mi sono laureata in cose anni novanta! Però hai ragione, fino a qualche anno fa si parlava ancora e solo degli anni ottanta. Oramai avevano già trattato tutti gli aspetti, le mode e i trend dell’epoca, perciò quando ho cominciato a scrivere articoli sugli anni ’90 era una novità per il lettore ed era (ma anche tutt’ora) difficile per me recuperare informazioni e foto online. Quindi sì, inizialmente ero anche spinta dall’andare controcorrente, ma la verità è che gli anni novanta son passati troppo inosservati dalle persone perché ancora innamorate dei ’70 e ’80. Quando cominci poi a riscoprirli ti capita di apprezzare così tante cose…

– Anche io ho vissuto tutti gli anni ’90: ho infatti moltissimi ricordi legati a quel periodo, dalle Spice Girls alle manine appiccicose nelle patatine. Quali sono i tuoi?
Oddio troppi! Se mi dici anni novanta io ti dico subito Beverly Hills 90210, “Please don’t go” di Non è la rai, il Karaoke di Fiorello, il walkman con la cassetta del Festivalbar, le bancarelle che vendevano foto/bandiere/spille/portafogli/magliette, la Leomania post Titanic!!

– Fammi una lista delle 10 cose più belle e delle 10 cose più orripilanti di quegli anni!

Love:

  • Zack Morris di Bayside School
  • Le vacanze dell’epoca con tanto di amore estivo sulle note di All that she wants
  • Dylan e Brenda
  • I vestiti neri di ciniglia
  • I palinsesti televisivi (telefilm e cartoni DA PAURA)
  • Vacanze di Natale ’95 con Luke Perry che fa l’entrata trionfale a rallenty sulle note di “No more I love you”
  • I giornali per ragazze con copertine adesive, poster e tante sorprese in omaggio
  • I gadgets di film e telefilm – chi mi legge sa che colleziono diari, quaderni, libri di Beverly Hills 90210 e non solo – ecco all’epoca secondo me facevano gadgets stupendi! Per ogni personaggio televisivo di tendenza o telefilm facevano addirittura un intero corredo scolastico! Coperte, bandiere, tazze, oggetti da scrivania.. oggi invece collezioni del genere non ne fanno per i telefilm del momento o almeno non arrivano in Italia e quindi si è costretti ad acquistare via Ebay!
  • I cataloghi di Carnaby Street (troppo fighi!)
  • I telefilm francesi trasmessi su Italia

Hate:

  • La riga a zig zag ai capelli
  • I torciglioni ai capelli
  • I trucchi glitter in gel
  • L’acconciatura con le punte insù
  • I gilet fantasia divano o tappeto che indossava Andrea di Beverly Hills 90210
  • L’uso eccessivo del gel ai capelli
  • Le ragazze adolescenti con i codini a causa di Emma delle Spice
  • I capelli di Nick Carter
  • Il cappello alla pescatora
  • Gianni Boncompagni super creepy alla regia di Non è la Rai

– Qual’è stato il film che più ti ha segnato di quegli anni? E la musica?

Troppo difficile citarne uno solo! Dei film assolutamente ‘Harry ti presento Sally‘, ‘Giovani, carini e disoccupati‘ e ‘Le nozze di Muriel‘.
Per quanto riguarda la musica cito i pezzi che più ascolto quando voglio calarmi nel mood anni ’90:

All that she wants – Ace of base’
‘Puoi e Finalmente tu – Fiorello’
‘Come mai e Sei un mito – 883’

‘Always – Bon Jovi’
‘Sweet Harmony – Beloved’
‘Losing my religion – REM’
‘Over my shoulder – Mike + the Mechanics’
‘Lemon tree – Fools Garden’
‘The Rhythm of the night – Corona’

– Quali sono gli altri argomenti di cui parla il tuo blog? Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Scrivo di single e relazioni prendendo spunto dai discorsi che faccio con amiche o le mie riflessioni, poi scrivo di moda trattando lo stile dei personaggi televisivi e non che più mi piacciono e infine come sempre scrivo di film, telefilm e canzoni che amo. Nell’ultimo anno ho scritto molti articoli sul mondo del fitness, diete e piani di allenamento. In pratica scrivo un po’ di tutto cercando sempre di proporre contenuti interessanti e talvolta utili a chi legge.  Ho molti progetti a livello personale, mi piacerebbe trovare il mio posto nel mondo, trasferirmi, viaggiare, conoscere. Per quanto riguarda il blog non so, in passato ho fatto anche video su YouTube ma oggi non saprei.. non faccio più progetti sul blog anche perché mi capitano belle proposte e collaborazioni proprio quando meno me l’aspetto! Detto questo grazie mille per l’intervista, mi sono divertita un sacco a rispondere e  W gli anni ’90!!

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Il #Foodporn secondo Singerfood

Definizione di Food Porn: «è la presentazione visuale di un atto gastronomico (preparazione, presentazione o consumo di cibo) studiata per amplificare a dismisura il desiderio attraverso la manipolazione dell’immagine o del suo contenuto calorico, fino alla glorificazione dell’oggetto-cibo come sostituto di un atto sessuale». Insomma, è quella tecnica di perversione del cibo che utilizza le strategie pornografiche per stimolare la nostra curiosità ed il piacere orgasmico.

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Purtroppo per noi non è tutto oro quel che luccica: viviamo infatti in un mondo in bilico tra foodporn veri e propri e foodporn ingannevoli: questi ultimi sono decisamente antipatici, sono quelli che facevano di molto arrabbiare il protagonista di QUESTO film ed è quello che differenzia le due immagini sottostanti:

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Per nostra fortuna al mondo esiste ancora gente che promette e che mantiene; ecco a voi il vero, meraviglioso, artistico Foodporn con la “effe” maiuscola:

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Guarda qui la ricetta

La foto qui sopra è tratta dal blog Singerfood di Pietro e Francesca: ecco cosa succede quando una meravigliosa coppia pugliese decide di tramandare ai posteri tutto il sapere culinario della loro terra ed oltre condendolo con dell’ottima musica.
Gli antichi pregiudizi sulla donna-massaia-che-sta-in-cucina in questo blog non esistono, anzi: lui cucina, lei fotografa, condivide e magna. Finalmente! Scherzi a parte, il team Singerfood ha trovato un equilibrio che poche coppie possono vantare di avere: condividere cucina on e off line senza tirarsi addosso le padelle.

“Love is: aspettare che la tua dolce metà faccia un book fotografico alla carbonara
e mangiarsela fredda”

Seguiteli sul loro blog e su Facebook, ecco a voi l’intervista:

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Vignetta di Kartun

Come e quando è nato Singerfood?

Il blog è nato come naturale evoluzione di una passione che condividiamo da sempre insieme, amiamo mangiar bene, ricercare le materie prime e scoprire nuovi vini o birre per accompagnare i pasti. Il web ci è apparso, fin dall’inizio, il canale di comunicazione più efficace e semplice da gestire. Era l’inizio del 2011.

Condividi il lavoro con il tuo ragazzo Pietro: chi è più “Singer” e chi è più “Food”?


Lui è prevalentemente la parte Singer ed anche Food, nel senso che canta ed è un appassionato di musica, di qualsiasi genere e prepara tutti i piatti che si possono trovare nel blog; a me la musica piace ascoltarla (non canto soprattutto per rispetto del prossimo considerata la mia pessima voce) ed amo mangiare, perfetta compensazione.

Dov’è nata la voglia di mescolare cibo e musica?

Sono le nostre passioni, abbiamo semplicemente deciso di raccontarle.

Qual è il tipo di musica migliore durante la preparazione di un piatto?

Nella nostra cucina prediligiamo il rock melodico mentre cuciniamo e mangiamo, ovviamente non ci sono musiche migliori, è come sempre questione di gusti personali.


E’ facile dividere lavoro e cucina on e off line con il proprio partner?

Direi proprio di sì, non continueremmo a sceglierci quotidianamente da ormai tanti anni .

Mai una litigata?

Gli scontri, per lo più bizzarri, ci sono quando lui ha impiattato e deve aspettare necessariamente che io finisca di scattare le foto prima di poter iniziare a mangiare, il triste destino dei pranzi del foodblogger.

Qual è la cosa più bella che vi è successa da quando avete aperto il vostro blog?

Sicuramente le tante persone che sono diventate amiche e parte della nostra famiglia milanese, che abbiamo avuto modo di conoscere e con cui condividiamo piatti, idee e progetti.

E la più stramba?

Nel mondo del food & wine è tutto naturalmente strambo, ma in accezione positiva, con un calice di buon vino in mano da sorseggiare di cose strampalate se ne ascoltano parecchie.

Quali sono i progetti per il vostro futuro?


Più che progetti al momento la cosa più importante che ci auguriamo è che non venga mai meno l’entusiasmo e la felicità di alimentare il blog, di condividere ricette, pensieri e foto. Ci siamo divertiti fin dal primo giorno e vorremmo continuasse ad essere così.

Nei vostri social e nel vostro blog appare una vostra versione “cartoon”, chi è il disegnatore e come è nata la collaborazione?


Non è una collaborazione, il fumettista è parte della nostra vita, si chiama Carmelo Garofalo aka Kartun, è nostro carissimo amico d’infanzia, c’è sempre stato e un giorno ci ha fatto il regalo più bello che potessimo immaginare…ha iniziato a disegnarci, a farci ridere di gusto di noi stessi e delle nostre manie, lui che ci conosce bene e che ha uno spirito d’osservazione particolarmente acuto.

Che consigli daresti ad un giovane appassionato di cucina che vuole aprire il suo primo food blog?

Di farlo, di non rimandare, di iniziare a scrivere per il piacere di raccontare senza aspettarsi nulla. Se si apre un blog con un piano editoriale e la chiara volontà che diventi un lavoro sarà difficile vivere serenamente, la rete sa essere tanto generosa quanto spietata.